Il countdown è dunque scaduto e dobbiamo quindi decidere se continuare ad utilizzare WhatsApp, accettando le nuove policies, oppure migrare su nuove piattaforme come Signal, Telegram, Wickr, Threema, Wire e Confide.
La resa dei conti il 15 maggio
“È chiaro che dopo mesi di annunci e smentite arriva il momento delle scelte e dei cambiamenti. Il mondo cambia e anche le regole di ingaggio di consolidate piattaforme fisiologicamente cambiano. Vedremo se la reazione degli utenti sarà nuovamente massiva ed emotiva o se il nocciolo duro degli affezionati continuerà ad usare la piattaforma”.
È bene ricordare, comunque, che la vera novità riguarderà la versione Business di WhatsApp, usata principalmente dalle aziende per entrare in contatto con i propri clienti: dal 15 maggio in poi, le aziende potranno usare i dati contenuti nelle conversazioni con finalità di marketing.
Grazie anche alla tutela offerta dal GDPR agli utenti europei, invece, non dovrebbero esserci cambiamenti evidenti nelle modalità con cui WhatsApp gestirà la privacy degli utenti che usano la versione standard dell’app: in particolare, la società fa sapere che le chat continueranno ad essere protette mediante un robusto algoritmo di crittografia end-to-end che impedisce a chiunque, anche alla stessa WhatsApp, di intercettare contenuti delle chat.
La presa di posizione del Garante tedesco
Intanto, arriva la netta presa di posizione dell’Autorità per la protezione dei dati personali tedesca che ha chiesto a Facebook di “fermare immediatamente” l’elaborazione dei dati personali provenienti dagli utenti di WhatsApp perché ritiene illegali i nuovi termini d’uso dell’app.
“Questo ordine cerca di garantire i diritti e le libertà dei molti milioni di utenti che hanno dato il loro consenso ai termini di utilizzo in Germania”, ha detto il responsabile della protezione dei dati personali di Amburgo, Johannes Caspar, che ha chiesto alle Autorità dei 27 Paesi UE di agire allo stesso modo e di emettere una sentenza di blocco in tutte le nazioni.
Secondo Caspar, i nuovi termini d’uso di WhatsApp sono incoerenti e chiariscono poco l’uso dei dati da parte della società acquistata da Facebook nel 2016 per 20 miliardi.
Germania, Italia
Insomma il Garante – per ora il solo in Europa – non si fida di quanto garantito da Whatsapp, cioè che non condividerà i dati con Facebook.
Il nostro Garante privacy invece semplicemente ha detto che Whatsapp non ha reso chiaro agli utenti questo punto.
Nuova privacy WhatsApp: cosa cambia dopo il 15 maggio
Come sappiamo, infatti, lo scorso gennaio WhatsApp aveva annunciato nuovi termini di utilizzo per consentire un passaggio più facile dei dati tra l’app e la controllante, in maniera tale da monetizzare meglio il servizio. Decisione che ha scatenato molte proteste in rete da parte degli attivisti per i diritti della privacy su internet.
La società, che aveva inizialmente previsto l’aggiornamento dei termini d’uso e dell’informativa privacy per lo scorso 8 febbraio, in seguito alle numerose polemiche suscitate dall’annuncio aveva quindi deciso di spostare il countdown proprio al 15 maggio per dare a tutti gli utenti il tempo necessario per controllare le informazioni presentate.
Cosa dovremo aspettarci, dunque, il giorno dell’entrata in vigore della nuova privacy di WhatsApp?
Sicuramente, come dicevamo, “il 15 maggio non sarà eliminato nessun account e non si perderanno funzionalità a seguito di questo aggiornamento”: è quanto si legge sulla pagina delle FAQ di WhatsApp.
L’app continuerà a ricordare, a chi non lo avesse ancora fatto, di verificare e accettare le nuove condizioni e, dopo un periodo di alcune settimane, il promemoria diventerà persistente.
A partire da quel momento, l’app inizierà a limitare l’accesso alle funzionalità fino a quando l’utente non accetterà gli aggiornamenti e ciò non accadrà contemporaneamente a tutti gli utenti.
In particolare:
- non sarà più possibile accedere all’elenco delle chat, tuttavia si potrà ancora rispondere alle chiamate e alle videochiamate in arrivo. Se sono state abilitate le notifiche, sarà possibile toccarle per leggere o rispondere ai messaggi, o richiamare in caso di chiamata o videochiamata persa;
- dopo alcune settimane con funzionalità limitate, non sarà più possibile ricevere chiamate in arrivo o notifiche e WhatsApp interromperà l’invio di messaggi e chiamate al telefono.
A quel punto, l’unica cosa che potremo fare per tornare ad utilizzare pienamente le funzionalità dell’app sarà, ovviamente, accettare le politiche sulla privacy.
Sarà sempre possibile esportare la cronologia delle chat o riattivare l’account
In qualsiasi momento, inoltre, WhatsApp darà a tutti gli utenti la possibilità di esportare la cronologia delle chat e scaricare il report completo dell’account seguendo le apposite istruzioni.
Chiaramente, sarà sempre possibile cancellare il proprio account ricordandosi, però, che tale operazione è irreversibile in quanto comporta l’eliminazione della cronologia dei messaggi, l’eliminazione dei backup dell’app e la rimozione dell’account da tutti i tuoi gruppi WhatsApp.
Fermo restando che, come si legge sul sito di WhatsApp, “per garantire la sicurezza, limitare la conservazione dei dati e proteggere la privacy dei nostri utenti, gli account WhatsApp generalmente vengono eliminati dopo 120 giorni di inattività. Per inattività si intende la mancata connessione dell’utente a WhatsApp”.
Inoltre, è importante ricordare che i contenuti salvati localmente sul dispositivo dell’utente prima dell’eliminazione dell’account non saranno cancellati fino a quando WhatsApp non sarà eliminato dal dispositivo. Se l’utente si registra nuovamente su WhatsApp con lo stesso dispositivo, i contenuti salvati localmente saranno di nuovo visibili.